Il Peloponneso è un’isola
Solo dal 1893, però. Il Peloponneso sino a quella data è stato una penisola, unito al resto del continente da una sottile striscia di terra larga poco più di 6 km che in molti, fin dai tempi di Alessandro Magno, avevano sognato di poter trasformare in un passaggio per poter far passare le navi dal Mar Ionio al Mar Egeo. Poi l’apertura del Canale di Corinto l’ha trasformato in una vera e propria isola, tra le tante della Grecia, ma al suo interno nasconde molte identità diverse, ognuna affascinante e attrattiva per ogni tipologia di turista.
Messinia e Laconia sono le regioni che ospitano tre delle quattro penisole del Peloponneso. Le altre regioni sono: l’Argolide (il “quarto dito”), la Corinzia, l’Elide e l’Arcadia.
Sono territori pieni di storia: qui sorge Olimpia, luogo di nascita dello sport; Micene, la patria di Agamennone; Sparta, storica rivale di Atene e Corinto, fondata nel 1429 a.c. e una delle principali città della civiltà micenea. Qui sorge Napflio (Nauplia) con la sua architettura veneziana, prima capitale della Grecia moderna.
Dove si trova il Peloponneso e come arrivare
Il Peloponneso si trova a Sud della Grecia Continentale. Un territorio vasto e che, per essere visitato interamente, richiede parecchi giorni. Ci si può però concentrare sulle sue bellezze principali, avendo meno tempo a disposizione.
L’aeroporto di Atene è il punto di partenza. Noleggiando una macchina, grazie alla nuova e comoda autostrada, in brevissimo sarete a Corinto, da dove potrete iniziare il vero tour del Peloponneso.
Cosa vedere nel Peloponneso
Avete solo l’imbarazzo della scelta. Se amate le spiagge il Mani potrebbe essere la vostra destinazione perfetta, anche se le spiagge più osannate sono quella di Voidokilia che è stata giudicata dal Times una delle più belle spiagge del mondo, oppure quella di Simos, situata sull’ isola di Elafonisos. La prima ad Ovest, l’altra più ad Est. Probabilmente dovrete fare una scelta tra le due. Ma il Mani non vi tradirà.
Il Mani
E’ il “dito” centrale del Peloponnneso, quello rimasto ancor oggi più selvaggio, quello dove la natura è ancora protagonista e dove i monti si tuffano verso il mare, lasciando lo spazio a piccole spiagge, a calette nascoste e a un mare di un colore unico. Questo angolo di Grecia non è ancora una meta turistica super affermata, non vi sono alberghi mega con file di ombrelloni. E’ più facile trovare un bed & breakfast di fronte alla spiaggia com’è capitato a noi, dove alle sette del mattino, prima di fare colazione, farsi una nuotata in assoluta solitudine. Il “nostro” b&b preferito è a Kamares Beach, sulla costa orientale del Mani.
Il Mani è, per certi versi, ancora selvaggio. La storia di questi luoghi narra di faide tra clan proseguiti per secoli. Da qui l’abitudine, unica, di costruire dei villaggi con case più simili a torri che ad abitazioni. La località più caratteristica, quella che ha conservato queste caretteristiche praticamente intatte, è quella di Vathia. Se passate da queste parti non potete perdere l’occasione di infilarvi tra le torri e immaginare la vita secoli orsono.
Le spiagge ci sono, ce ne sono tante, ma qui è bello scoprirle una ad una, girovagando con la propria auto alla ricerca di quella che fa per te. Qualcuna è attrezzata con pochi ombrelloni e una taverna accanto. In qualche occasione basta consumare alla taverna per poter occupare l’ombrellone e i lettini, in altre con pochi Euro il posto all’ombra è garantito. C’è una piccola spiaggia, davvero piccola, sulla punta estrema del Mani, dove la strada finisce e lascia il posto al sentiero per il Faro Tainaro, dove ci siamo trovati da soli per quasi quattro ore. Un piccolo paradiso in terra.
Olimpia
E’ il luogo celebrato ogni quattro anni, quando qui si accende la fiaccola che darà il via alle Olimpiadi. E’ qui che nel 776 a.c. ebbero luogo le prime Olimpiadi, un momento in cui la Grecia antica si fermava, in cui nemmeno le guerre erano permesse. Olimpia è uno dei luoghi archeologici più importanti della Grecia e, sebbene sia diventata estremamente turistica (anche nei prezzi), conserva sempre un fascino e una bellezza uniche. Il sito archeologico è curato e presenta delle vere e proprie chicche tra cui l’Heraion, il tempio dedicato ad Era (sarebbe diventata Giunone, per i Romani).
Micene
Qui regnava Agamennone. il capo supremo dell’esercito Acheo nella guerra di Troia. La sua storia mitologica è veramente appassionante. Che l’Iliade sia reale o semplicemente una raccolta di canti antichi, calpestare il suolo di Micene fa una certa impressione. Entrare dalla porta dei Leoni ti trasporta in un’altra dimensione, in libri di storia che hai dimenticato in qualche lontano armadio e in interrogazioni di storia che hai odiato al tempo, ma che ora ti ritornano in mente. Volendo essere meno aulici, Micene è un sito archeologico interessante: conserva ancora diversi interessanti edifici e rende perfettamente l’idea della potenza che doveva aver assunto questa città in passato. Le indicazioni per raggiungere il sito sono molto visibili.
Nei pressi del sito vi è anche la Tomba di Atreio che vale la pena di essere vista. Vi è anche un museo con interessanti reperti tratti dagli scavi effettuati. Tra coloro che realizzarono gli scavi di Micene vi fu anche quel Heinrich Schliemann, colui che è considerato lo scopritore di Troia. Un incendio, nell’estate del 2020, ha messo a rischio il sito. Fortunatamente i danni sono stati leggeri e i lavori di rispristino sono già partiti. Dall’estate del 2021 tutto è ritornato alla normalità.
Teatro di Epidauro
Se amate la storia, dopo aver visitato Micene rimarrete incantati da quello che questa regione greca potrà regalarvi. Il teatro di Epidauro è considerato il teatro greco antico più perfetto per acustica ed estetica. Si trova in una zona archeologica di buon interesse, ma ovviamente ne è il re incontrastato. Da Micene la strada è poca e vale assolutamente la pena affrontare questi chilometri.
Monemvasia (Malvasia)
Qui non troverete l’antica Grecia, ma un antico borgo medioevale rimasto praticamente intatto sino ai giorni nostri. La piccola cittadella fortificata è abitata da pochissime persone, ormai, ma è diventata un’attrattiva turistica che vale la pena di essere visitata, ricca di negozi, bar e alberghetti. Lasciate la macchina nel grande parcheggio subito dopo la città nuova e affrontate la stretta strada che vi porta verso l’ingresso. Arroccata su una roccia troverete alla fine Monemvasia. Se vi capita di arrivarci al tramonto può essere che scattiate alcune delle più belle foto della vostra vacanza. Il nome italianizzato di Malvasia è dovuto ad un vino che qui si produceva e veniva esportato in tutta Europa, Italia compresa.
Napflio (Nauplia)
La cosa che ci ha colpito di più, una volta arrivati nella piazza centrale di Napflio, è stato un bel Leone di S. Marco su una parete: simbolo che Venezia, da queste parti, era di casa e ha fatto parte a lungo della storia di questa graziosa cittadina che poi è stata la prima capitale della nazione Greca, dal 1829 al 1834. Sebbene non conservi reperti storici imperdibili o monumenti di particolare importanza, ve la segnaliamo comunque, perchè la sua atmosfera e la sua grazia vi conquisteranno.
Non perdetevi, in ogni caso, la fortezza delle Palamidi, dalla quale potrete godere di una vista incredibile, e la fortezza di Bourtzi, in mezzo al mare, proprio di fronte al centro storico.
Kalamata
E’ la seconda città del Peloponneso, quindi non aspettatevi la grazia di Napflio o la storia da vivere in prima persona come a Micene. Ma Kalamata ha un suo fascino: una passeggiata sul lungomare o un tuffo in una delle sue spiagge vale la pena di qualche giornata da queste parti. E’ un’ottima base di partenza per visitare la Messinia e le sue spiagge, tra cui la già citata Voidokilia che si trova a meno di cinquanta chilometri oppure partire all’avventura e scoprire una delle tante calette della costa occidentale del Mani.
Il Peloponneso in camper
Per un appassionato camperista le strade del Peloponneso (escluse le principali) non saranno un problema: potrebbero diventarlo invece per i neofiti: sono strette e vi sono parecchi punti impegnativi. I tempi di percorrenza sono più lunghi rispetto ai chilometri di distanza tra una località e l’altra. Non ci sono grandi problemi a sostare nei pressi delle spiagge o delle zone turistiche. Fate attenzione però ai divieti di campeggio o di sosta con camper: non sono frequenti ma ci sono.
Qualche problema può sorgere per lo scarico delle acque grigie: meglio farlo in un campeggio attrezzato. Meno problemi a caricare l’acqua necessaria.
Il Peloponneso in moto
Il Peloponneso può essere un paradiso per il motociclista. Le strade, seppur impegnative, regaleranno sicuramente emozioni e, soptratutto nella stagione calda, il pericolo di pioggia è veramente ridotto al minimo. Attenzione bisogna prestarla invece nell’affrontare le strade più strette e ricche di curve e tornanti. Non sempre gli automobilistici greci (ma anche i turisti disattenti) hanno una guida attenta. In alta stagione non affidatevi al “dormiamo cercando di giorno in giorno”, le strutture turistiche non sono tantissime e solitamente in alta stagione sono piuittosto piene. Meglio programmare le soste e affidare alla fantasia le cose da vedere durante il giorno.